A seguito della scomparsa della professoressa, avvenuta in luglio ma per volontà dell’estinta resa nota soltanto a esequie avvenute, il rettore Michele Coppola, insieme al consiglio accademico, ricorda la sua figura umana e intellettuale
Risulta difficile descrivere chi era Annamaria Frabetti, da tutti conosciuta come la Professoressa Frabetti. Una donna gentile, dal carattere forte, operosa e volitiva ma sempre aggraziata sempre disponibile all’ ascolto, rispecchiava in pieno la caratteristica degli Emiliani, persone abituate alla sostanza più che alla forma. Era l’ ultima socia fondatrice rimasta in vita dell’ Accademia Internazionale Medicea, aveva poco più di vent’anni quando si caricò di una responsabilità enorme: trattare temi di respiro internazionale affinché potessero essere condivisi senza guardare le differenze di religione, di etnie o di lingue che troppo spesso, invece, allontanano i popoli.
La Professoressa Frabetti rappresentava alla perfezione il motto dell’Accademia: “aedificans”. Ha visto la nascita dell’Accademia e durante tutti gli anni é stata la garante dello statuto, e ha ideato e organizzato molteplici eventi, mostre, manifestazioni, condividendo anche l’ amore e la vicinanza alla Folgore dell’attuale Rettore Michele Coppola e del Dott. Tedesco, attivandosi per far nascere e consolidare questo legame sempre più sentito.
Dal 2019 aveva ricoperto l’incarico di Presidente perché fortemente voluta da tutto il Consiglio e su decisione unanime e ha portato avanti l’incarico anche durante gli anni difficili della pandemia. Aveva conosciuto e trattato con importanti personalità del mondo della cultura, da Umberto Veronesi a Giovanni Spadolini, da Carlo Rubbia a Vittorio Gassman, da Umberto Eco a Zichichi, da Nino Manfredi fino ad arrivare ai nostri giorni con Nespoli e Ruiz.
Questo il ricordo del Rettore Coppola: “Nei miei anni di vicepresidenza prima e di Rettorato poi non l’ ho mai vista lamentarsi ne del carico di lavoro ne di tutti gli imprevisti che si verificavano all’ultimo momento. Lei come un Comandante di una nave era sempre al suo posto, con un suo sorriso ed un suo “vedrà andrà tutto bene”, riusciva a convincermi che ci fosse il sole anche quando diluviava e noi non avevamo neanche l’ombrello. La cosa più bella che ho potuto vedere in lei è che trattava tutti dalle persone più umili a quelle più importanti nella stessa maniera, non faceva alcuna differenza, lei era speciale per la sua gentilezza e la sua bontà. Fra i tanti ricordi, ne ho uno indelebile: era il 2018 e durante il Consiglio Accademico che precedeva il Premio Lorenzo il Magnifico stavamo trattando vari punti tra cui anche l’imminente rientro di Paolo Nespoli dallo spazio che sarebbe stato poi nostro ospite e io quel giorno, non sapendo dove lasciare mio figlio di soli 3 anni, lo portai al Consiglio e lo lasciai giocare sotto i tavoli con il suo dinosauro preferito; ad un tratto, durante una domanda rivolta proprio a me, mio figlio azionò per gioco il dinosauro che emise un fragoroso verso.. Beh… la Professoressa Frabetti iniziò a ridere e contagiò con la sua risata i Professori Napoli, Cappelli, Ariani, Cirrincione di cui temevo la reazione essendo io il membro più giovane e loro i membri più anziani. Più ridevano loro e più mi sentivo in imbarazzo io, ma lei la cosa la fece scivolare così. Ecco, la Professoressa Frabetti era anche questo, una donna serissima ma al tempo stesso leggera che con la sua voce delicata lavorava sempre per il bene dell’Accademia. In qualità di Rettore e a nome di tutto il Consiglio Accademico mi unisco al dolore della sua famiglia e di tutti i suoi cari”.
Arrivederci Professoressa Frabetti
Arrivederci Presidente Frabetti
Il suo Consiglio Accademico